FESTA DELLA N’DENNA 2025

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Domenica 15 giugno 𝐌𝐚𝐱 𝐆𝐚𝐳𝐳è porterà a 𝐂𝐚𝐬𝐭𝐞𝐥𝐬𝐚𝐫𝐚𝐜𝐞𝐧𝐨 (𝐏𝐙) un concerto imperdibile dove la magia della musica incontra la bellezza dell’arte e della cultura.

L’artista si esibirà con lo spettacolo “Musicae Loci” accompagnato dalla 𝐂𝐚𝐥𝐚𝐛𝐫𝐢𝐚 𝐎𝐫𝐜𝐡𝐞𝐬𝐭𝐫𝐚. L’evento ad 𝐢𝐧𝐠𝐫𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐠𝐫𝐚𝐭𝐮𝐢𝐭𝐨 si terrà a Piazza Piano della Corte con inizio alle ore 22.00.

Dopo il successo della scorsa estate, Max Gazzè torna con “Musicae Loci”, il progetto live musicale e culturale che ha unito le sue note con le orchestre popolari e le tradizioni locali.

Noto per l’innovazione e la capacità di fondere diversi generi musicali, 𝐆𝐚𝐳𝐳è 𝐭𝐨𝐫𝐧𝐚 𝐚𝐝 𝐢𝐦𝐦𝐞𝐫𝐠𝐞𝐫𝐬𝐢 𝐧𝐞𝐢 𝐭𝐞𝐫𝐫𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐝𝐢 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚. Affiancato dalle migliori Orchestre Popolari della penisola, l’artista porterà sul palco le sue canzoni in una veste inedita, che assorbirà colori e suoni tipici delle diverse zone in cui lo spettacolo verrà ospitato con contaminazioni e suggestioni ogni volta diverse. Un progetto culturale legato al territorio, inteso non solo come area geografica ma soprattutto come terra di storia, musica e arte.

Ottoni e percussioni, tamburelli, organetti, violini e chitarre battenti si fonderanno con le sonorità di Gazzè per un concerto in ogni tappa nuovo e spettacolare. Spaziando tra stili ed epoche diverse, ogni live avrà una versatilità musicale particolare dove i ritmi colorati e ipnoticamente ripetitivi degli strumenti più tradizionali e delle percussioni si uniranno al background sonoro dell’artista. Così, in una commistione reciproca di note, le orchestre ridisegneranno con nuove sfumature i brani del cantautore e lui reinterpreterà alcune delle canzoni più rappresentative della tradizione locale.

1 giugno – Taglio e trasporto della ‘Ndenna

8 giugno – Taglio e trasporto della Cunocchia

15 giugno – Festa e innalzamento della ‘Ndenna

Si Rinnova l’antica Tradizione del Rito Arboreo della ‘Ndenna in Onore del nostro Patrono S. Antonio da Padova .

La festa della ‘Ndenna è il cuore della vita associata di Castelsaraceno. Attorno ad essa si sprigionano forza, coesione sociale, devozione religiosa e sacro rispetto per il contesto naturale che circonda il borgo. È una festa antichissima, tanto da non conoscerne le origini, che si rinnova ogni anno a giugno, in onore di Sant ’Antonio da Padova, attraverso i ricordi che vengono regalati di generazione in generazione, dai nonni ai nipoti. Nelle prime settimane di giugno si celebra l’amore con un vero e proprio matrimonio tra la ‘Ndenna (il faggio, che rappresenta lo sposo) e la Cunocchia (in genere il pino, che rappresenta la sposa).

Un antico rito che si rinnova da generazioni e che rimanda ad una tradizione dall’enorme valore storico e antropologico. Quest’anno si riparte con 3 giornate all’insegna della musica, della tradizione e della convivialità.

La prima giornata è dedicata allo sposo. Dopo la funzione religiosa, tutti gli abitanti di Catelsaraceno si recano al vicino bosco Favino, ai piedi del Monte Alpi, dove scelgono il faggio più bello, più dritto, più maestoso tra tutti. Una volta individuato, tutti si avvicinano all’albero e si procede al taglio. Lo stesso avviene per gli alberi più piccoli, le cosiddette proffiche, che si adagiano al suolo emulando la ‘Ndenna. Dopo una sosta per riprendere le forze – con una sorta di pic nic collettivo in cui si condividono piatti a base di peperoni, carne fritta, salumi, il tutto accompagnato dall’ottimo vino locale – si prosegue con una discesa traballante sui sentieri del bosco, con la Ndenna trasportata dai buoi con l’aiuto delle pannodde. Nelle prime ore della sera, lo “sposo” fa il suo ingresso trionfale nella piazzetta di S. Antonio e la folla si apre al suo passaggio. Viene adagiato in un angolo della piazza, dove attende con pazienza l’arrivo della sua sposa.

La stessa attenzione viene riservata alla Cunnocchia, che nella seconda giornata di festa, tra canti e balli al ritmo di zampogne e altri strumenti tradizionali, viene scelta e tagliata sul monte Armizzone. Per lei, giovane e leggera, tutto si ripete: stessa gente, stesso percorso, stessi sorrisi e stesso cibo. Dopo essere stata legata con cura dagli anziani, scende dalla montagna sulle spalle dei più giovani, forti ma anche premurosi, perché neanche un ramo deve essere sciupato: la sposa deve arrivare intatta davanti alla ‘Ndenna.

All’alba della terzo giorno, alla presenza di piccolo gruppo di cittadini mattinieri, quasi a simboleggiare l’intimità dell’unione, si dà inizio al matrimonio. Dopo aver legato ai rami della chioma delle tacche (cartellini di legno abbinati a premi) nel pomeriggio si procede all’innalzamento degli alberi con le apposite proffiche disposte a cavalletto e con l’aiuto delle corse. Una decina di persone, generalmente i più forti ed esperti tra gli abitanti del borgo, procede al sollevamento dei due alberi, tra incitamenti, issa, grida e applausi della folla. Finalmente la ‘Ndenna si erge diritta, al centro della pizza, come un gigante che osserva tutto il borgo. A quel punto i più audaci procedono alla scalata della ‘Ndenna, a mani nude e con scarpe da ginnastica. Solo il primo che riesce a prendere la tacca della Cunocchia si aggiudica i premi.